BERLINALE 66: IL TEATRO DELLA GUERRA
Ta'ang di Wang Bing, presentato al Forum, ci porta ai tempi della Resistenza e alla parola come nucleo della comunità, seguendo la vita quotidiana di un popolo in fuga dalle guerre civili lungo la frontiera cinese.
AVE, CESARE!
Il nuovo film dei fratelli Coen è un'incursione vertiginosa e folle nel mondo dorato della Hollywood classica, dominata dalle forze di un capitale che ha forgiato le nostre visioni e ci ha assolto da ogni peccato.
DAL RITORNO
Presentato in concorso al Cinéma du Réel, il nuovo documentario di Giovanni Cioni è il ritratto di un sopravvissuto dei campi. Nel filmare l'indicibilità della testimonianza, il regista toscano raggiunge una delle vette del suo cinema precario e doloroso.
TFF33: QUANDO IL FANTASMA DEL TEMPO SVANISCE
Terence Davies ha ricevuto il Gran Premio Torino. Per l'occasione è stato presentato il suo ultimo film, Sunset Song, un crepuscolare dramma storico che indugia eccessivamente nel calligrafismo.
TRADISCI E DIMENTICA
Una disamina del cinema di Noah Baumbach, a partire dal recente Mistress America: riflessioni sparse su un raccontastorie a cui piace tradire personaggi e spettatori. Con un unico ostacolo, Greta Gerwig.
ARCADIA PERDUTA
Suite Armoricaine, in concorso a Locarno, è un film sinuoso e avvolgente che prende i ritmi di una ballata bretone per muoversi libero attorno ai grandi temi della memoria e dell’identità.
RECONDITE ILLUMINAZIONI: GLI ACQUARELLI DI PIETRO MARCELLO
In occasione della mostra “Il di/segno del cinema” a cura di Giovanni Columbu, Anna Maria Montaldo e Giona A. Nazzaro, pubblichiamo l'intervento sui disegni di Pietro Marcello esposti a Cagliari.
FINZIONI DELIRANTI E PROFEZIE DEL CINEMA FUTURO
Arabian Nights di Miguel Gomes, con le sue quasi sette ore di durata, è un film che segna indelebilmente l'anno in corso. Un viaggio dalle mille e una tonalità nelle notti stellate del cinema contemporaneo.
IL SEGRETO DEL SUO VOLTO
Una giovane di origini ebraiche torna sfigurata dai campi di sterminio e vaga tra le macerie alla ricerca del perduto amore. Nel film di Petzold i fantasmi dell'Olocausto si aggirano in una trama dal sapore hitchcockiano.
L’OPACITÀ DELL’IMMAGINE E LA FERITA DEL CORPO
Eau Argentée, Syrie auto-portrait: un'opera spartiacque segnata della tensione tra la ricerca del quadro e quella di sopravvivere filmando, tra l'aspirazione al linguaggio e l'adesione alla brutalità del reale.