MELANCHOLIA

Lorenzo Rossi

Con la messa in scena di un matrimonio scellerato sul quale incombe un'imminente catastrofe, Von Trier ribadisce che i riti familiari non sono altro che simulacri delle certezze borghesi e come tali vanno distrutti.

SHAME

Pier Maria Bocchi

La degradante discesa agli inferi di un uomo ossessionato dal sesso. Un'opera che fatica a nascondere i propri intenti discutibilmente moralistici dietro la patina di uno stile elegante e ricercato.

VENEZIA 68: GROUND ZERO

Un bilancio finale per l'edizione della Mostra che meglio incarna gli otto anni della direzione Müller. Un composto panorama di autori, ricchissimo (forse troppo) di visioni, con una grande pecca: il cimitero degli elefanti italiani.

LOCARNO 64: PER UN CINEMA DI GUERRIGLIA

Olivier Père

Nella crisi dei sistemi tradizionali di finanziamento, il budget ridotto potrebbe rappresentare il futuro di un cinema più sincero, coraggioso, creativo e poetico. Parola del direttore artistico del Festival di Locarno.

LOCARNO 64: SETTE OPERE (PRIME E SECONDE) DI MISERICORDIA

Mastrantonio, Persico, Stellino, Vignati

Locarno si conferma palestra di talenti in nuce. Opere di diversa provenienza, ma tutte ugualmente caratterizzate da una sorprendente varietà di forme. Dall'animazione al documentario, dalla fantascienza al thriller, le scelte di Filmidee.

LOCARNO 64: NON SO COSA SIA LA REDENZIONE

Abel Ferrara

La conferenza stampa del regista di Fratelli e Il cattivo tenente a Locarno: gli esordi nell'exploitation, i rapporti con le Major, Redenzione e Perdono, il silenzio di Dio e... i “fottuti occhialini 3D”.

ASFALTO CHE SCOTTA

Roberto Curti

Nonostante una lavorazione infernale, segnata da piogge torrenziali, finanziamenti insufficienti e infortuni, Vite vendute è uno dei capolavori di Clouzot: un noir tragico e beffardo, dalla suspense snervante.

IL CRITICO CINEMATOGRAFICO DI DOMANI

Rudolf Arnheim

Riproponiamo un testo del grande critico e storico dell'arte tedesco, pubblicato per la prima volta nel 1935. Un monito ancora attualissimo per una critica che rischia di smarrire la propria vocazione alla ricerca sul campo.

IL CRITICO CINEMATOGRAFICO DI DOMANI, OGGI

J. Hoberman

Sessant'anni dopo, il domani di Arnheim è diventato il nostro presente. Qual è il futuro del critico cinematografico all'interno dell'industria culturale? Agente pubblicitario delle majors o controprogrammatore?

DA CRONISTA DI SALA AD ASPIRANTE VEE-JAY

Lorenzo Pellizzari

Psicologo, sociologo, storico, filosofo, semiologo, e chi più ne ha più ne metta: le metamorfosi di quell'essere sfuggente che è il critico cinematografico in Italia, nella riflessione di un decano della categoria.