CANNES 67/1: AH DIEUX, OH LANGAGE
Se ne va l'epoca del Mito, quella in cui gli Dei vegliavano all'efficacia strumentale del linguaggio degli uomini, e arriva la modernità cristiana, in cui il divino è direttamente l'emanazione dell'Apparenza.
AI LIMITI DEL TEMPO COMPRESSO
Quando il cinema "insegue" la televisione: Zodiac e Zero Dark Thirty mimano il ramificarsi a ruota libera (o quasi) della narrazione televisiva, in lotta con il potere totalizzante dell'immagine.
CARNEFICINA NEL VILLAGGIO GLOBALE
Presentato in anteprima mondiale al Festival di Roma, Trudno byt' bogom, film postumo di Aleksei German, è una colossale e tetra parabola, magistralmente coreografata, sulla Fine della Storia.
REDIMERE IL POTERE
Abdicando al potere di “fare senso”, le immagini di Miguel Gomes in Redemption si affidano alla sempre rinnovata riproposizione dell'origine, del riattivarsi del passato nell'immediatezza del presente.
STORIA DELLA VITA NON MIA
Dopo aver “bucato” il circuito dei festival maggiori, a Locarno viene finalmente alla luce l'opera finale di Paulo Rocha, morto alla fine del 2012, già da tempo ammalato e costretto su una sedia a rotelle.
3D: GODARD vs GREENAWAY
Al festival di Cannes è stato presentato "3 x 3D", un trittico realizzato da autori che si sono accostati alla nuova tecnologia con diversi intenti. Un'occasione per confrontare l'arte del cinema di Godard al cinema d'arte di Greenaway.
CANNES 66: NASCITA E MORTE DELLO SPETTACOLO
Due film a confronto: "Behind the Candelabra" di Steven Soderbergh, celebrazione macabra e rutilante della fine della società dello spettacolo, e "The Immigrant" di James Gray, originaria e infausta promessa dei tempi che verrano.
TO THE WONDER
Malick torna a lavorare sulla frattura insanabile tra linguaggio e sensazione che innervava le sue ultime opere.
Un cinema a-cosmico in cui nulla è al riparo dalla Caduta.
FORZA E FORMA DELL’ADOLESCENZA: SHINJI SOOMAI
In occasione dell'omaggio tributatogli dalla Cinémathèque Française, una ricognizione sull'opera di Shinji Soomai, regista marginale e discontinuo, secondo Kiyoshi Kurosawa “l'ultimo grande maestro del cinema giapponese”.
80: PAGINE CHIUSE
La vocazione museale rispunta a Venezia nella rilevanza data alle pellicole conservate nel fondo collegato al festival. Un'occasione per riscoprire la bella opera prima di Gianni Da Campo, invisibile dal lontano '68.