Prologo // 20 agosto 2011

Venerdì 19 agosto viene comunicato il calendario di Venezia 68.
Il giorno dopo, Arianna Finos su Repubblica
(“Venezia come Hollywood: al via con Clooney e Madonna”) lo ripercorre
annunciando che il primo film italiano in concorso arriverà solo il 4,
“a Mostra inoltrata”: si tratta di Terraferma di Crialese. Poi toccherà alla Comencini (Quando la notte) e Gipi (L’ultimo terrestre), il 7 e l’8.

Quello che interessa è la parata di star in arrivo al Lido. Parte l’elenco: George Clooney, Ryan Gosling, Evan Rachel Wood, Roman Polanski (“assente”), Kate Winslet, Jodie Foster, Christoph Waltz, John C. Reilly, Madonna, Abbie Cornish (“giovane e bella”), David Cronenberg, Keira Knightley, Viggo Mortensen, Michael Fassbender, Vincent Cassel, Monica Bellucci (che “seguirà il marito francese a distanza di un paio d’ore”), Philippe Garrell, Louis Garrell, Steven Soderbergh, Matt Damon, Gwyneth Paltrow, Laurence Fishburne, Gary Oldman, Colin Firth (del regista di Tinker, Tailor, Soldier, Spy non viene fatto il nome: è l’ignoto Tomas Alfredson), Todd Solondz, Mia Farrow, Christoph Walken, William Friedkin, Matthew McConaughey, Emile Hirsh. [Dispersi: Wiseman, Sokurov, Lathimos, McQueen, Solondz, Arnold, Ferrara… ndr]. La parata si chiude con Vasco Rossi (“il cinema italiano si farà rock il 5 settembre”), Olmi (“maestro”) e Bellocchio (nessuna qualifica).

Non una parola di commento sui film o sulla selezione in generale. Nessun accenno alle sezioni collaterali, se non per tirare in ballo Vasco Rossi (Questa storia qua è l’unico film citato di Controcampo italiano). [PS: La morte del regista cileno Raul Ruiz è relegata in fondo alla pagina. L’unico film citato nelle poche righe di coccodrillo (non firmato) è Tre vie (sic) e una sola morte “con Marcello Mastroianni”].

Stesso giorno: Nelle 11 pagine di approfondimento culturale del sabato trovano spazio la letteratura (un lungo pezzo di Benedetta Tobagi, più segnalazioni e recensioni), teatro (il festival di Edimburgo), arte (le collezioni Gnam e Terrae Motus alla Reggia di Caserta). Cinema e dvd hanno poco più spazio di opera lirica e videogiochi, ma meno di un articolo firmato Carmine Saviano (autore anche di una lacunosa rassegna sul fenomeno dei supergruppi rock) sui gadget digitali in 3D. Se il fenomeno Facebook necessità di ampie analisi come quella (ottima) scritta da Stefano Bartezzaghi (“L’estetica del ‘mi piace’”), il cinema non merita approfondimenti di sorta e scivola sempre di più dalla sezione “Cultura” (o “Spettacoli”) verso il “Tempo libero”.

Postilla.
Poco più avanti, a pagina 49, in un box nella pagina dei programmi televisivi si segnala L’uomo in più, il film d’esordio di Paolo Sorrentino. La rubrica è il corrispettivo di quella tenuta da Aldo Grasso sul Corriere ma non è firmata. Nel breve testo (25 righe), metà dello spazio è dedicato alla trama del film, l’ultimo quarto a elencare premi vinti (Nastro d’Argento, Ciak d’Oro) e candidature (David di Donatello). In apertura, Sorrentino è “il regista di Il divo e Gomorra” (sic). Intercambiabilità dei registi italiani di successo o dei redattori in tempo di ferie estive?