Il sistema delle cooperative per la distribuzione, che iniziò con la società madre a New York e che ormai è diventato un network internazionale, costituisce la nostra unica speranza per rimanere indipendenti ed avere un corretto trattamento per i nostri film. La nostra giovane età e il nostro idealismo ci conservano liberi dalla malattia dello spirito commerciale. Il mondo commerciale ha una lista di priorità: in cima il denaro, in fondo noi e i nostri film.

L'anno scorso ho fatto l'errore di vendere a Robert Pike diverse copie dei miei film (Rober Pike, direttore della “Creative Film Society”, Van Nuys, California). Per varie ragioni gli accordi mi avevano lasciato insoddisfatto e un mese fa ho tentato di riaverle indietro, proponendo di ricomprarle una alla volta non appena avessi avuto abbastanza soldi. Gli ho proposto di pagargli la stessa cifra e di rispettare tutte le prenotazioni che aveva avuto, i cui ricavati comunque sarebbero andati a lui. In sostanza, avrebbe avuto sia i ricavati che i film, almeno finché non fossi riuscito a ricomprarmi tutte le copie. Pike ha rifiutato di rivendermi i miei film a qualunque condizione.

Sono venuto a conoscenza anche della sua abitudine di “affittare” (come dice lui) fotogrammi tratti dai film che distribuisce. Gli ho scritto per domandargli di non “affittare” o vendere alcun fotogramma dai miei film. Ieri ho saputo che è stato pagato per gli stessi duplicati che ho mandato a “Playboy” (per il loro recente articolo sul cinema underground).

(da “Playboy”, 9 giugno 1967) In risposta alla sua lettera a proposito del pagamento per i due fotogrammi utilizzati per lo speciale di aprile “Sex in Cinema”, innanzitutto, la preghiamo di notare che abbiamo restituito le copie poiché non le abbiamo utilizzate. In altre parole, non abbiamo riprodotto le immagini che ci ha mandato. Le due immagini da Oiley Peloso the Pumph Man e Oh Dem Watermelons, ovvero le immagini che abbiamo riprodotto, ci sono state inviate da Robert Pike e Gideon Bachmann. Come le scrivevo nella mia precedente a proposito dei pagamenti, è nostra politica pagare tutte le foto che pubblichiamo. Sfortunatamente, però, le foto pubblicate sono quelle di Pike e Bachmann, anche se sono le stesse che ci ha inviato lei.

Non ho notizie di Gideon Bachmann e non ho idea di come sia riuscito a mettere le mani sui fotogrammi dei miei film. Come ci sia riuscito Pike lo so benissimo.

Di seguito riporto qualche estratto dalle lettere scambiate con Robert Pike riguardo all'acquisto delle mie copie per la distribuzione. Penso che queste righe parlino da sole. Spero vi siano di insegnamento per non lasciarvi accecare dalle chiacchiere e dal bisogno di soldi fino al punto di dare i vostri film in mano a profittatori che, nonostante dicano il contrario, mettono i guadagni prima di tutto. Non tradite voi stessi e i vostri film. Il sistema delle cooperative non ha perso interesse verso di noi. Noi siamo le cooperative.

(da Robert Pike, CFS, 31 marzo 1966) “Sto scrivendo una serie di articoli di cinema per alcune riviste locali. Per un articolo sull'attuale scena sperimentale ho bisogno di immagini, tante immagini, molto provocanti.”

(da Robert Pike, CFS, 18 aprile 1966) “Se non pago a prezzo pieno i film che compro, ci sono molte ragioni, tutte valide: 1) il volume d'affari della CFS è relativamente piccolo; quindi, non posso permettere di spendere più di quello che è assolutamente necessario; 2) molti distributori offrono prezzi ridotti agli altri distributori; all'incirca tutti i film del nostro catalogo acquistati da altri distributori o dagli artisti stessi sono stati acquistati a prezzi ridotti; 3) per noleggiare o vendere un film che rappresento devo far girare le nostre copie per delle anteprime, privandomene per settimane senza ricevere alcuna remunerazione per il tempo perso e per il disturbo. Questo compensa lo sconto che riceviamo quando acquistiamo i film. Praticamente ogni distributore acquista copie scontate sia per la vendita che il noleggio.”

(da Robert Pike, CFS, 14 maggio 1966) “Riguardo ai suoi film, in ogni caso mi pare che ci voglia la mano pesante di un buon montatore per eliminare le parti eccessivamente ripetitive e le sequenze troppo lunghe. In futuro, a mio parere, non verrebbero ricordate come opere raffinate.”

(da Robert Pike, CFS, 27 luglio 1966) “Sui prezzi di noleggio e vendita naturalmente sono d'accordo con i suoi, non ho nessuna intenzione di scendere. L'unica differenza è che io offro due proiezioni al giorno per la quota minima, e non una. Da tre a cinque proiezioni al giorno chiedo una maggiorazione del 50%.”

(da Robert Pike, CFS, 6 maggio 1967) “Quindi, in risposto alla sua domanda: no, io non vendo fotogrammi dai suoi film. Io li noleggio.”

I vostri film sono fatti di amore. Non dateli in mano a persone che fanno affari vendendo amore.

R.N., 12 giugno 1967

(testo tratto dal volume Canyon Cinema, a cura di Scott MacDonald; traduzione di Carlo Mezzasoma)