UN MONDE FLOTTANT

Davide Palella

Tassello più recente di una “trilogia giapponese” composta dai precedenti Si loin, si proche e Arrière-saison, il film di Jean-Claude Rousseau dispiega una riflessione che tocca Ozu e la natura dei formati, configurandosi come opera pacata e meditativa ma capace di strappi inattesi, che chiamano in causa l’occhio dello spettatore.

SPROFONDO, SORVOLO

Davide Perego

A partire dal suo ultimo film, Il buco, presentato e premiato al Festival di Venezia, una conversazione con Michelangelo Frammartino sulla dura esperienza delle riprese, l'etica dello sguardo e la dimensione dell'evento imprevisto.

DUNE

Leonardo Strano

Villeneuve adatta il romanzo irrappresentabile di Frank Herbert consumandone gli afflati per un discorso teorico sulla scomparsa delle grandi narrazioni e sulla complementare seduzione sensoriale a cui tendono le immagini.

THE CARD COUNTER

Emanuele Sacchi

Cinema realizzato senza porsi la questione del perché e per chi: realizzato e basta, per necessità, sfogo e testimonianza di un dissidio interiore, come risposta inevitabile alle sofferenze del mondo. Paul Schrader crede ancora in questo cinema, non come redenzione o espiazione, ma come presa di coscienza.

LESSONS OF LOVE

Carlotta Centonze

Senza facili soluzioni o una vera redenzione, Chiara Campara mette in scena con compostezza una storia di formazione dai confini sfumati, senza un inizio e una fine, in cui è difficile orientarsi alla ricerca di una svolta, se non nel piano delle sensazioni.

LOCARNO 74: CORTESIE PER GLI OSPITI

Mario Blaconà

In Il faut fabriquer ses cadeaux Cyril Schäublin accantona il giudizio sociologico e liquidamente si immerge nei frammenti della distopia che riflette, mentre con Chute Nora Longatti mette a nudo le alienazioni della società attraverso una spiazzante metafora, servendosi dei corpi come inaspettati veicoli di senso.

LOCARNO 74:
PETITE SOLANGE

Vanessa Mangiavacca

Axelle Ropert compone una cornice impeccabile, un ritratto surreale composto all'interno di un dramma famigliare, questa volta visto dagli occhi di un personaggio preciso e reso ancora più estemporaneo dalla patina della pellicola e dai riferimenti alle realtà famigliari degli anni Ottanta.

LOCARNO 74:
SOUL OF A BEAST

Leonardo Strano

In Soul of a Beast la problematica adolescenza di Gabriel è raccontata in uno stato di dormiveglia sognante, in cui la credibilità del reale e le sue regole si piegano ai desideri e agli sprint emotivi dell’ingenuità e della spensieratezza.

LOCARNO 74:
I GIGANTI

Davide Perego

Bonifacio Angius costruisce un film radicale e dunque difficile da digerire e categorizzare, che ci riporta su un piano della narrazione statico e selvatico, dove l'accenno a un possibile canovaccio si riduce al susseguirsi di battute balbuzienti, inevitabilmente rivolte ad una fine già incombente dall'inizio.

LOCARNO 74:
L’ÉTÉ L’ÉTÉRNITÉ

Pasquale Cicchetti

Nei suoi momenti migliori L’été l’éternité ci fa ricordare cosi si provava, da giovani, a sognare di conoscere tutto quello che avevamo visto nei film. Perché tutto si perde: anche l’adolescenza. Ma ciò che resta, al cinema, non è la morte. Sono le immagini.