L’INFINITA FABBRICA DEL DUOMO

Giulio Sangiorgio

Il film di D'Anolfi e Parenti, primo frammento (riguardante la Terra) di Spira Mirabilis, un futuro film-tetralogia sui quattro elementi e il tempo dell'immortalità, è un film sulla fisica, la microfisica e la metafisica del potere.

SCHIAVI DI TUTTI I GIORNI

Giulio Sangiorgio

Intervista al tedesco Jan Soldat, autore di corto e mediometraggi d’estetica low-fi e di rigorosa neutralità, tasselli di una tassonomia sessuale fuori norma, pudichi e rispettosi ma anche implacabili e disorientanti.

FANTASMI DAL CREPUSCOLO DEL REALE

Giulio Sangiorgio

Vecchiali adatta Le notti bianche esasperando il dialogo come dispositivo dostoevskijano non solo di scandaglio interiore, ma anche e soprattutto di autofiction al lavoro e romanzesca alienazione.

IL CINEMA DI LEOS CARAX: TRA LA GRAZIA E L’EPILESSIA

Giulio Sangiorgio

Dal folgorante esordio di Boy Meets Girl fino allo struggente Pola X, passando per Rosso sangue e gli amanti emarginati del Pont Neuf. Un'estetica del frammento e dell'esasperazione che ha raggiunto l'apice in Holy Motors.

RETORICA DEL REALE

Alessandro Stellino, Giulio Sangiorgio

Oggi, sala e tv propongono immagini che si vogliono amatoriali, recuperate dall’archivio farlocco di una farlocca realtà divorata dalla voracità testimoniale, flussi di frame traballanti che descrivono una nuova idea di realismo.

CANNES 66: STORIA DI UN AMORE

Giulio Sangiorgio

Ha vinto la Palma d'oro tra le polemiche: "La vie d'Adèle" di Kechiche è un film a fior di pelle che con grazia spartana e potente articola in un nuovo dispositivo cinematografico la lingua del realismo tra teatro e televisione. Tre ore di amore, sesso, sudore e lacrime.

FILM (NON) COME GLI ALTRI

Giulio Sangiorgio

1968-1978: dieci anni, dieci film. Da Le gai savoir a Comment ça va?, dal maoismo al video, uno
sguardo sul periodo più tormentato nella carriera di Jean-Luc Godard, sempre sotto il segno di una
furibonda ricerca formale.