Cinque anni fa, all’inizio della vostra esperienza con Festival Scope (e anche della nostra con Filmidee) abbiamo intervistato Alessandro sulle possibilità che si aprivano in quel momento per le piattaforme online: che obiettivi sentite di aver raggiunto?

AR: Cinque anni fa la diffusione di film online era ancora in fase iniziale, all’epoca c’era ancora l’abitudine di inviare screeners con dvd. Festival Scope nasce come un servizio all’avanguardia dedicato esclusivamente ai professionisti del cinema per promuovere la diffusione di film fra professionisti del cinema, programmatori di festival, critici e distributori. Fin dall’inizio non volevamo limitarci a far vedere film, volevamo creare anche un approccio nuovo. I film, selezionati nei maggiori festival del mondo, e i legami con i festival ci hanno permesso di avere una qualità molto buona. Cinque anni più tardi ci siamo resi conto che noi e i produttori eravamo spinti da un desiderio comune: cercare nuove opportunità per aiutare i film ad avere una diffusione anche per un pubblico generale e non più limitata ai soli professionisti. Dopo anni di riflessione, abbiamo deciso di concretizzare questa idea, lanciando in Gennaio scorso la nuova sezione aperta al pubblico generale che coesiste con quella riservata ai professionisti.

MH: La nuova piattaforma dedicata al pubblico generale permette ai distributori di avere un rapporto più ravvicinato con il pubblico ma anche di ricevere un feedback da un pubblico diverso rispetto a quello che ha assistito alla proiezione al festival. Abbiamo notato che oggi i film vengono distribuiti molto meno a livello internazionale: se prima un film usciva ad esempio in 20 paesi, oggi sono solo 5 i paesi in cui troverà una distribuzione. Anche per questo motivo abbiamo voluto ampliare la piattaforma, per permettere ai film di vivere, di circolare di più.

Quali sono stati i cambiamenti più importanti? Avete incontrato delle difficoltà ad allargare l’offerta a una fascia di pubblico più ampia?

MH: Siamo all’inizio di questa nuova avventura, alcuni produttori restano sempre molto diffidenti; anche quando abbiamo aperto Festival Scope per i professionisti alcuni temevano che i film potessero essere piratati. Sostanzialmente I diritti che chiediamo sono gli stessi di una vera e propria proiezione poiché la sala virtuale può accogliere circa 200-400 spettatori.

AR: Il progetto aperto al pubblico è stato lanciato a gennaio ma non è nato dal nulla perché con il Festival di Venezia da ormai alcuni anni abbiamo dato vita al progetto sala web su un’idea di Alberto Barbera, la creazione di una sala virtuale che permettesse ai film della sezione Orizzonti di avere un’ulteriore proiezione online, aperta a tutto il mondo. Questa prima esperienza ci ha permesso di capire quale era il potenziale di questi film online, ci è servita soprattutto come modello da riprodurre in altri festival con specificità differenti. Nel caso della partnership con il festival di New York New directors New films, i film sono visibili solo in Canada e negli Stati Uniti e abbiamo deciso di limitare i posti a 200. Inoltre, diversamente dall’esperienza di Venezia, in cui i film venivano proiettati online durante il festival, nel caso di New directors New films si è scelto in accordo con gli organizzatori di mostrare i film online alla fine del festival.

Quali sono i criteri di selezione di un festival? Come avviene concretamente la selezione? Un festival può inviarvi una domanda di partecipazione alla piattaforma?

MH: Su Festival Scope Pro abbiamo attualmente un centinaio di festival Partners, molti festival sono registrati come utenti nella sezione pro per vedere i film, alcuni sono abbastanza interessati a progetti nuovi. Siamo aperti a ogni tipo di collaborazione, siamo molto curiosi di sperimentare, l’unico criterio potrebbe essere la motivazione e la voglia di implicarsi nella comunicazione e nella sperimentazione.

AR: Ci piace considerare Festival Scope come uno spazio dove i festival possono sperimentare e aprirsi a diversi prototipi. Non abbiamo un modello rigido, siamo aperti a sperimentare concetti nuovi a seconda della collaborazione. Inoltre abbiamo voglia di implicare i registi in modo diretto, a breve sarà online una sezione interamente dedicata a loro e recentemente abbiamo lanciato il primo focus sul regista – in realtà collettivo italo-tedesco – Flatform. Presentiamo i loro video online gratuitamente. Ciò che ci interessa creare è uno spazio riservato al cinema di qualità. Quest’anno abbiamo iniziato con il IFFR (Festival internazionale del film di Rotterdam), il Distrital – festival di cinema indipendente messicano –, il FICUNAM, organizzato dall’università di Città del Messico, l’IF Istanbul e il Cartagena International film festival.

Su Festival Scope i film che in un determinato paese hanno una distribuzione in sala, ad esempio, Suite Armoricaine, qui in Francia, non sono visibili online. Dunque la programmazione varia a seconda del paese dell’utente, seguendo un po’ lo stesso criterio di Mubi.

MH: A volte ci viene richiesto – sia per questioni di diritti ma anche per problemi politici – di oscurare un film in un determinato paese, è il caso della Cina o dei film iraniani in Israele, che non possono essere distribuiti per una scelta imposta dal governo iraniano. E’ anche interessante vedere come, per New directors New Film, il primo film a fare sold out sia stato, contro le aspettative di tutti, Happy Hour di Ryusuke Hamaguchi, della durata di quattro ore. Nel caso di Suite Armoricaine, il fatto che il film sia disponibile solo in Canada dipende dall’operazione di gemellaggio con il festival New Directors New Films, sarebbe molto difficile ottenere i diritti per mostrare in tutti i paesi del mondo un film recentissimo.

AR: Non vogliamo commercializzare i film in modo illimitato, queste proiezioni online hanno innanzitutto una funzione promozionale, vogliamo aiutare i film a farsi conoscere nei diversi paesi del mondo tramite una promozione attiva ma anche collaborando con blog, riviste di cinema o istituzioni.

In che cosa si distingue Festival Scope rispetto ai numerosi siti che oggi offrono la possibilità di noleggiare o acquistare un film?

AR: Festival Scope è una piattaforma molto diversa da quelle tradizionali di VOD perché è legata in modo molto forte ai festival. A noi piace considerarla come una sala cinematografica online, perché i film sono disponibili per un periodo limitato e per un pubblico limitato, prediligendo dunque questo lato effimero che rende l’esperienza in un certo senso unica e rara. Anche il modello economico è molto diverso perché non offriamo un abbonamento come la maggior parte dei siti di VOD, non sapendo ad oggi quali film avremo nei prossimi mesi. Ci sembra più giusto partire dal concetto che ogni festival possa avere il suo proprio modello, perché no magari un abbonamento a un festival specifico, ma molti eventi resteranno gratuiti.

Grazie a FestivalScope l’utente ha la possibilità di seguire in diretta le conferenze con i registi e di parteciparvi tramite Twitter, non avete mai preso in considerazione la possibilità di archiviare questi dibattiti in un’apposita sezione, un po’ come la web tv del Forum des Images?

AR: È qualcosa che abbiamo sperimentato con IFFR live, un’iniziativa unica del festival di Rotterdam: diffondere cinque dei film partecipanti al festival in una quarantina di sale europee. I film sono diffusi a Rotterdam e in queste quaranta sale lo stesso giorno tramite un live streaming. Le persone possono assistere all’introduzione fatta a Rotterdam e al dibattito con il regista, interagendo attivamente via twitter. Anche su Festival Scope c’era la possibilità di partecipare tramite twitter. I dibattiti sono ancora disponibili sul sito Festival Scope, in effetti si potrebbe ripetere l’esperienza con altri festival, ma bisogna essere consapevoli che c’è molto lavoro per organizzare questo tipo di iniziativa.

Più volte avete precisato la volontà di continuare ad essere un realtà di tipo indipendente, carattere proprio dei film che Festival Scope propone agli utenti. Una delle peculiarità del progetto è quella di promuovere quei film che raramente troveranno una distribuzione. Vi chiedo, seguendo lo stessa logica, se siate mossi anche dalla volontà di dare visibilità a festival più di nicchia.

AR: Penso sia importante lavorare con festival che hanno una programmazione di qualità; i festival più grandi sono spesso quelli che hanno una selezione di film di ottima qualità. Molti dei film presenti a Venezia, Berlino, Locarno o Rotterdam fanno fatica a trovare una distribuzione tradizionale perciò ci sembra giusto dare uno spazio anche ai festival più importanti, specialmente quando non si considerano le competizioni principali ma le sezioni parallele.

Come vedete Festival Scope da qui a cinque anni, quali sono le sfide e le ambizioni maggiori?

AR: L’obiettivo principale in questa fase è quello di creare una comunità di cinefili in tutto il mondo, di gente interessata alla visione online e curiosa di sperimentare nuovi media per allargare il numero di film che possono vedere, per approcciarsi a film di cui non hanno mai sentito parlare in precedenza e che non siano proposti nel loro paese.

MH: Speriamo di continuare ad avere la voglia di creare e di sviluppare e di non perdere la curiosità. Quando crei un progetto, all’inizio, l’idea non deve essere troppo definita o rigida perché dopo un po’ capisci che va affinandosi da sé, è in continuo divenire e non puoi immaginare dove ti porterà.

Vi faccio un’ultima domanda: che cosa caratterizza per voi la visione online rispetto alla fruizione tradizionale in sala? Perché è importante non smettere di recarsi in sala per guardare un film?

MH: È sempre bello andare al cinema, anche se non c’è più il rumore del proiettore… Il fascino è nell’esperienza collettiva, in sala sei con un gruppo di persone che non conosci, c’è una pressione, non puoi uscire, c’è qualcosa che ti costringe a stare lì, a far parte di un gruppo unito, de facto, solo per la scelta del film, qualcosa che è molto importante a livello umano.

AR: Non vogliamo dire alla gente che ha la possibilità di guardare un film al cinema, di farlo piuttosto online. Vogliamo soprattutto rendere accessibili film che non usciranno mai in sala, creare curiosità e diffondere la cultura cinematografica.