VOCE (sottotitolo)

Pronti?

ALEKSANDR (voce)

Sì… pronto?

Pronto? Buongiorno.

Sì… sia breve per favore.

Non è escluso, ma bisogna parlare con il porto. Il porto di Rotterdam.

No. Non ho sue notizie da diverso tempo.

Il suo cargo sarà da qualche parte… nell’Atlantico…

È il capitano Dirk. No, lo sa, Dirk.

Sì. Sì, Vedrò di capire se davvero ci sono dei musei che spediscono opere via container.

Bene, devo lasciarla. Le riprese non sono finite.

Sì, a più tardi… Arrivederci.

Sì, pronto?

Quando registra l’orchestra?

Sì, ad Amsterdam.

Gli archi? Chieda al compositore.

Certo, buona giornata.

DIRK (sottotitolo)

Aleksandr? Non accendi mai il computer?

ALEKSANDR (voce)

Buongiorno, Dirk.

Per la verità aspettavo che tu mi chiamassi.

Non ti vedo… Non c’è l’immagine.

DIRK (sottotitolo)

Parliamo senza l’immagine.

Non speravo più di sentirti.

Le condizioni meteo sono pessime.

Dove sei?

ALEKSANDR (voce)

A casa mia. Di ritorno dall’Europa.

DIRK (sottotitolo)

Cosa saremmo senza l’Europa…

Hai finito il tuo film?

ALEKSANDR (voce)

Sì, amico mio. Il mio lavoro è quasi finito.

Ma non credo che il film sia riuscito.

Sono qui circondato dai libri e parlo da solo.

DIRK (sottotitoli)

Come un marinaio.

Anche noi parliamo da soli.

Aleksandr, non voglio parlare del passato.

Parliamo solo del presente.

ALEKSANDR (voce)

Dirk? Dirk!…

È caduta la linea.

Non gli ho neppure chiesto dov’era…In quale mare…

Perché mi guarda così?

Si direbbe che sappia che cosa ci attende.

Ce lo dirà lui.

Chi altro potrebbe, se non lui?

Anton Pavlovic…

Anche lui non parla.

Si è addormentato.

Dorme, dorme… dorme profondamente.

Non si risveglierà tanto presto.

Anche lui si è addormentato.

Nel momento peggiore.

Signor Cechov?… Anton Pavlovic!… Signor Cechov, si svegli.

Il secolo è iniziato.

È iniziato… il Ventesimo secolo.

A chi mi rivolgerò? Chi c’è?

Ah… ecco… il popolo.

Che volti… che anime… Angeli… Bambini.

Crudeli… come possono essere i bambini… soprattutto quando i genitori dormono.

È così, che cominciò il Ventesimo secolo: i nostri padri si addormentarono…

Rieccola.

Appena arrivo qui, ecco che lei mi corre appresso.

VOCE 1 (sottotitolo)

Ci inseguiamo.

ALEKSANDR (voce)

Allora dimmi, caro fantasma: dimmi, che cosa ci aspetta?

VOCE 1 (sottotitolo)

Libertà, uguaglianza, fratellanza.

ALEKSANDR (voce)

Libertà, uguaglianza, fratellanza.

Marianne, amica mia, non ho tanta voglia di scherzare.

Il cargo è di nuovo in linea.

Dirk!

Io ti vedo. Tu mi vedi?

DIRK (sottotitolo)

Sì, ti vedo.

ALEKSANDR (voce)

Non mi rispondevi più…

Eravamo tutti preoccupati.

DIRK (sottotitolo)

Il trasbordo a Rotterdam è durato a lungo.

Un carico importante di oggetti di un grande museo.

Non ero convinto.

Il mare è pessimo, in febbraio.

Non avrei dovuto…

Approfitta della connessione per vedere cosa succede.

Quando saremo al largo la connessione si interromperà.

Potremmo perdere dei container.

ALEKSANDR (voce)

Non dovevi…. non avresti dovuto prendere i container del museo.

Sballottare l’arte sull’oceano è disumano.

Dirk? Dirk!

Ecco… la linea è caduta di nuovo…

Il mare… l’oceano.

Guardo, e ricordo Cechov:

“Il mare s’ingrossava, su ogni onda se ne infrangeva un’altra e…

non c’era in loro né coscienza né morale.”

Le forze del mare… e della Storia sono così:

senza coscienza … senza morale .

Cosa m’importa di questo oceano?

Che viva pure la sua vita, e noi la nostra.

A cosa ci serve conoscere questa forza?

Noi abbiamo le nostre città,

i nostri cieli, i nostri comodi appartamenti…

la vita… la bellezza…

Un popolo… è circondato… dall’oceano.

Un essere umano… ha un oceano… in sé.

Penso molto… a questa città, negli ultimi tempi.

Da qualche parte, c’è il Louvre.

Dov’è il Louvre?

Non lo vedo.

VOCE 2 (sottotitolo)

Aleksandr, siamo pronti.

Aleksandr!

Siamo pronti.

ALEKSANDR (voce)

Cosa?

Come, già si gira?

Dobbiamo andare.

Anche la più felice delle città…

non è al riparo… da un disastro.

All’inizio… dell’estate del 1940…

l’esercito nemico entrò a Parigi.

Era il 14 giugno.

La città era deserta.

Sì, la città era deserta.

Il governo era partito, dichiarando la bella Parigi “città aperta”.

I francesi, quei pazzi di cinema… filmeranno nonostante tutto.

Ed ecco il nuovo padrone.

Fa il giro della proprietà.

C’è tutto?

È in buono stato?

Ma… dove sono i soggetti?

I nuovi soggetti, il popolo del paese vicino.

Parigi è vuota.

Chi poteva, è fuggito.

Chi ha potuto, si è arreso o nascosto.

Altri sono morti, resistendo accanitamente.

Molto bene, molto bene.

La Torre è al suo posto.

Tutto bene… tutto al suo posto.

HITLER (sottotitoli)

Una linea dritta!

Una linea!

Dov’è il Louvre?

Eccolo.

Quanto sta bene, là dov’è.

Mi ha sempre affascinato che stia là.

Architettura ammirevole.

ALEKSANDR (voce)

Il Louvre… il Louvre.

E se questo museo… fosse più prezioso… della stessa Francia?

Chi vorrebbe una Francia… senza il Louvre?

O una Russia… senza l’ Ermitage?

Chi saremmo noi senza i musei?

Spesso… ci sembra… che i musei si prendano gioco di ciò che li circonda…

finché non ne vengono disturbati.

Ma i musei possono anche custodire i peggiori segreti del potere… e delle persone.

La prima volta che visitai il Louvre rimasi rapito… da questi volti.

È il popolo. Il popolo. Sono le persone… così come… vorrei vederle.

Li capisco.

Appartengono al loro tempo, ma io li riconosco.

Perché?

Francesi.

Un popolo europeo.

Mi chiedo… cosa sarebbe stata… la cultura europea… senza l’arte del ritratto.

Chissà perché gli europei hanno sentito la necessità… di disegnare… le persone… e i volti…

VOCE 3 (sottotitolo)

Con un rapido fischio, fa spegnere la luce proibita.

ALEKSANDR (voce)

Perché questa ricerca cara agli europei, rimane inesplorata da altri…

come per esempio dai musulmani?

Chi sarei stato, se non avessi potuto vedere gli occhi… di coloro che vissero prima di me?