CANNES 65: L’UOMO CHE (NON) VOLEVA MORIRE

Giampiero Raganelli

11.25: The Day Mishima Chose His Own Fate di Wakamatsu Kōji è la seconda parte di un ideale dittico cominciato da United Red Army sul tentato colpo di stato dello scrittore e il suo successivo suicidio.

FLORENTINA HUBALDO, CTE

Giampiero Raganelli

Attraverso la storia della protagonista, una donna affetta da una malattia degenerativa, Lav Diaz propone una riflessione universale sull’origine del male, della violenza e della crudeltà.

THE DEEP BLUE SEA

Giampiero Raganelli

Adattando un testo teatrale degli anni Cinquanta, Terence Davies ritorna alle atmosfere ovattate e malinconiche della sua “Old England”: senza compiacimenti stucchevoli, ma con un delicato stile pittorico.

AMERICANO

Giampiero Raganelli

Il figlio di due grandi registi francesi esordisce nel lungometraggio: evitando il giochino cinefilo “bertolucciano” delle citazioni, realizza un film sull’elaborazione del lutto, l'infanzia e la memoria. Delicato e malinconico.

I VIAGGI STRAORDINARI DI KAREL ZEMAN

Giampiero Raganelli

Trait d’union tra il modello di rappresentazione primitivo di Méliès e le sperimentazioni di Švankmajer e dei fratelli Quay, il regista ceco è uno dei pilastri della storia del cinema d’animazione.

SONO SION, O DEGLI ETERNI RITORNI

Giampiero Raganelli

La retrospettiva a lui dedicata dall'ultimo Torino Film Festival ha consentito una visione complessiva della filmografia del regista giapponese, in costante equilibrio fra sperimentazione underground e grandi budget.

VENEZIA 68: CUT THE BULLSHIT

Giampiero Raganelli

Dal cimitero al campo di battaglia. Per Amir Naderi il cinema è un'ossessione, un'arte viva che sfrigola sotto la cenere. Ma c'è bisogno di samurai che siano in grado di difenderla senza dimenticare l'opera dei maestri del passato.

VENEZIA 68: WHEN THE END IS NEAR (THE ALPS ARE NEAR)

Giampiero Raganelli

Yorgos Lanthimos, regista di Alpis, spiega come il cinema greco può sopravvivere alla crisi e illustra il proprio metodo di lavoro. L'influenza di Cassavetes, Bresson e Buñuel e la famiglia disfunzionale come norma.

TRAMONTI D’AUTUNNO: IL CINEMA MUTO DI NARUSE MIKIO

Giampiero Raganelli

Con Ozu e Mizoguchi è uno dei grandi registi del cinema classico giapponese ma, dei tre, è anche quello che ha goduto di minore popolarità e attenzione critica in Occidente. I suoi primi capolavori in un cofanetto Criterion.

JE VOUS PRESENTE ANGELA AQUINO

Giampiero Raganelli

Per Lav Diaz il cinema ricrea e reinventa i nostri ricordi. In Siglo ng pagluluwal, un'opera di sei ore che mesmerizza lo spettatore, si mescolano metacinema e fanatismo, immaginario popolare e ricerca dell'essere heideggeriano.