Il 31 gennaio 1985 abbiamo inviato 40 lettere proponendo ad altrettante persone (inclusi i collaboratori del CUC di Trieste) di «fare il punto sul decennio che stiamo vivendo» poiché «con la fine del 1984 si è conclusa anche la prima metà degli anni Ottanta” e «la periodizzazione per decenni ha più volte funzionato nella storia del cinema».

Si trattava di «partecipare alla scelta di 10 film per gli anni 80. Possono essere i 10 migliori, o i più rappresentativi, o, se preferisci, anche i meno rappresentativi di quello che ritieni stia diventando il cinema degli anni 80. Ti preghiamo di limitarti al numero indicato, usando semmai come sfogo ulteriore note di commento di qualsiasi tipo, che verranno pubblicate insieme alla lista di ciascuno (senza super-liste di sintesi statica) nel primo numero della rivista. Puoi arrivare alla scelta dopo aver consultato tutti gli annuari, o basandoti sul criterio della persistenza della memoria; ti preghiamo però di verificare un dato oggettivo: che i 10 film siamo usciti nel paese d’origine entro il quinquennio 1980-1984. Non preoccuparti invece troppo se non hai ancora visto alcuni film soprattutto recenti; l’ipotesi del referendum, che si spera porti fortuna, è di farti rivedere la lista nel 1990, affinché tu vi apporti eventuali modifiche e vi aggiunga altri 10 titoli».

Si richiedeva infine la massima urgenza nella risposta «a meno che tu non preferisca passare direttamente alla seconda consultazione». Qualcuno ha preso questa urgenza troppo alla lettera, e sembra essersi prenotato per il secondo turno (tuttavia per i ritardatari, ed eventualmente per qualche lista spontanea, potrà esserci ancora spazio nei prossimi numeri). I tempi di preparazione della rivista sono stati però più lunghi del previsto, ed entro il 2 maggio, data in cui si consegnano i materiali in tipografia, le liste che pervenivano sottolineavano sempre più un dato di cui si era consapevoli sin dall’inizio (e che motivava l’esclusione di una super-lista): che non sarebbe emersa nessuna vera e propria “tendenza”, anche se gli interlocutori erano stati prescelti in base a criteri di vicinanza (generazionale o di passioni o d’amicizia, ecc.). Il fatto rendeva tanto più inaccettabile l’esclusione di altre persone, dalle quali comunque era legittimo aspettarsi delle liste interessanti. La consultazione è andata perciò estendendosi telefonicamente, finché a un certo punto non ci si è dovuto fermare.

Tra le persone coinvolte, ci hanno fatto sapere che vedono un numero insufficiente di film per poterci rispondere: Sandro Ambrogio, Ugo Casiraghi, Ellis Donda, Mimmo Lombezzi, Teo Mora, Maria Manuela Pellarin, Baldo Vallero.

Nelle risposte pervenuteci, che pubblichiamo di seguito integralmente, abbiamo rispettato i criteri adottati da ciascuno, comprese le trasgressioni sugli anni e i lapsus sui titoli.

(Sergio Grmek Germani)

GIOVANNI BUTTAFAVA

  • Cinema della (come) Grazia: L’argent di Bresson.

Riserva: Les favoris de la lune (Ioseliani).

Film meno significativo: L’anno del sole quieto (o un qualsiasi altro Zanussi).

  • Cinema del dolly dolby dollaro (moralità del cinema industriale hollywoodiano): Body Double di De Palma.

Riserva: The Right Stuff (Kaufman). (Sempre, ma soprattutto in questo caso, prendo in considerazione solo l’edizione originale).

Film meno significativo: Cotton Club di Coppola.

  • Erotismo/immagine e frustrazione/suono: Prénom: Carmen di Godard.

Riserva: Francisca (de Oliveira).

Film meno significativo: Amadeus (Forman).

  • Cinema dell’immediatezza perversa: J’ai faim j’ai froid (sketch di Paris vu par… di Chantal Akerman, cui si può aggiungere il mediometraggio L’homme à la valise sempre della Akerman).

Riserva: Pauline à la plage (o un altro qualsiasi Rohmer).

Film meno significativo: Terms of endearment (J. Brooks).

  • Cinema-Babele: Les trois couronnes du matelot, di Raul Ruiz.

Riserva: A Ilha dos amores (Paulo Rocha).

Film meno significativo: Diva di Beineix.

  • Cinema del limite etico-ontologico: Nick’s Movie di Wenders.

Riserva: Unser Nazi (Kramer).

Film meno significativo: Wundkanal di Thomas Harlan.

  • Cinema del limite fantastico: The Elephant Man di Lynch.

Riserva: Videodrome (Cronemberg).

Film meno significativo: Koyaniisquatsi (Reggio).

  • Cinema del limite intellettuale: El Sur di Victor Erice.

Riserva: Klassenverhältnisse (Straub/Huillet).

Film meno significativo: Die Bleierne Zeit (cioè Anni di piombo, von Trotta).

  • Cinema del limite emozionale: Raging Bull di Martin Scorsese.

Riserva: Rumble Fish di Coppola.

Film meno significativo: Una domenica in campagna di Tavernier.

  • Cinema del limite intermediologico: Parsifal di Syberberg.

Riserva: Efter repetitionen, di Ingmar Bergman.

Film meno significativo: Carmen di Rosi (o di Saura).

(Apparso in La Cosa Vista. Rivista del Centro Universitario Cinematografico – Università degli Studi di Trieste, n.1, 1985, pp. 84-85)