IL PALAZZO
Riflessione e bilancio su un film mai concluso e sulle velleità del suo regista perduto, l'opera di Federica di Giacomo si fa erede di aspirazioni e solitudini diventando un’azione artistica collettiva e una storia a tutti gli effetti, sospesa sulla contemporaneità.
UN MONDE
L'opera prima di Laura Wandel interroga sguardo e percezione dello spettatore: se la corsa alla verosimiglianza sembra celare subdolamente i meccanismi di finzione, resta la sincerità di un racconto che rilancia la centralità della gentilezza nel mondo dell'infanzia.
KIMI
Per eccesso di consapevolezza o didascalismo, il film da piattaforma di Steven Soderbergh, che cala il contesto pandemico nella fitta rete della tecnologia di sorveglianza, non riesce a problematizzare fino in fondo i sintomi e l'arco drammaturgico della sua protagonista.
VERA
Vera, premiato nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia per miglior regia e miglior attrice, catapulta chi guarda in un universo instabile, dove realtà e finzione, cinema documentario e fiction sono categorie che si combinano, interagiscono, si fanno corpo.
LE PUPILLE
Tra Elsa Morante e Goffredo Fofi, Alice Rohrwacher gioca con il significato storico e culturale di una corrispondenza tra due intellettuali del Novecento italiano e la riusa per costruire un film che è apologia della trasgressione femminile e dichiarazione di poetica.
THE WHALE
Una conversazione sulle ambiguità di Darren Aronofsky, che è tornato a dividere il pubblico con il suo ultimo film: consacrazione di un autore giunto alla propria maturità artistica o furba operazione di pietismo?
MUTZENBACHER
Con un dispositivo sofisticato all'insegna del reenactment, Ruth Beckermann parte dalla vicenda romanzata di una prostituta minorenne viennese di inizio Novecento per rovesciarla in una riflessione sullo sguardo e il pensiero maschile intorno all'odierna libertà sessuale.
HOLY SPIDER
Ali Abbasi parte dalle strutture del thriller per addentrarsi nell'anima più oscura e violenta della società iraniana, dove le forme di violenza sono frutto del collettivo e non di un singolo.
ROBE OF GEMS
L’esordio alla regia di Natalia López Gallardo racconta il fenomeno dei rapimenti in Messico attraverso la messa in scena di una violenza radicata e ineludibile, fino alla dissoluzione del confine stesso tra vittima e carnefice.
UNREST
Nel suo ultimo film Cyril Schäublin parte da una fabbrica di orologi svizzera di fine Ottocento per mettere in discussione ingranaggi e gerarchie della società odierna, dove chi detiene il controllo del tempo esercita, inevitabilmente, un potere.