THE END OF CIVILIZATION: THREE FILMS BY PIOTR SZULKIN (Radiance)

La surreale trilogia dell’apocalissi di Piotr Szulkin potrebbe essere il segreto meglio custodito del cinema polacco. Dalla radicale rivisitazione del classico di Wells War of the Worlds: Next Century (1981), su un’invasione marziana la cui presa di potere implica la manipolazione della popolazione attraverso un apparato mediatico che si regge sulle fake news, a O-Bi, O-Ba: The End of Civilization (1985), in cui i sopravvissuti di un claustrofobico mondo sotterraneo in rovina sognano una collettiva fuga di massa per mezzo di un vascello mitico chiamato “l’Arca”, fino al crepuscolare e satirico Ga-Ga: Glory to the Heroes (1986), dove un cosmonauta viene processato e condannato all’esilio su un pianeta sconosciuto e apparentemente disabitato. Occasione unica per riscoprire le parabole sul potere e il talento visionario di uno scrittore e regista in conflitto con le autorità polacche prima e dopo il crollo del comunismo.

The End of Civilization: Three Films by Piotr Szulkin

TOD BROWNING’S SIDESHOW SHOCKERS (Criterion)

Attingendo alla propria esperienza di artista circense per creare morbosi intrattenimenti pulp ambientati nel mondo dei sideshow itineranti, Tod Browning ha dato vita a un personalissimo carnevale di criminalità, corruzione e stranezze ben rappresentato in questa release Criterion che mette insieme due dei suoi film più celebri e trasgressivi – il perverso e folle Lo sconosciuto (1927) e l’epocale Freaks (1932) – insieme al ritrovato anticipatore The Mystic (1925), in cui una falsa sensitiva ungherese circuisce un finanziere di Wall Street per impossessarsi dei suoi beni. Tutti e tre i film sono restaurati in 2K e accompagnati dal commento di David J. Skal, autore dell’imprescindibile The Monster Show: A Cultural History of Horror.

Freaks / The Unknown / The Mystic: Tod Browning’s Sideshow Shockers

SON OF THE WHITE MARE (Eureka/Masters of Cinema)

Regista del primo lungometraggio animato del cinema ungherese, premio Oscar al miglior cortometraggio per Sisyphus (1974) e Palma d’oro a Cannes l’anno seguente con il film breve Küzdők (1977), Marcell Jankovics ottiene anche col lavoro successivo un altro grande successo. Son of the White Mare (1981) è infatti il film più acclamato del regista e viene qui presentato per la prima volta in una versione 4K restaurata da Arbelos Films in collaborazione con l’Hungarian Film Archive. Ispirato alla leggenda magiara del cavallo bianco, il secondo lungometraggio di Jankovics è un visionario viaggio nei recessi più lisergici e frastornanti dell’animazione mondiale. Tra gli extra anche i due celebrati corti precedenti.
Son of the White Mare (Fehérlófia)

KINUYO TANAKA EN 6 FILMS (Carlotta)

Grande attrice dell’epoca d’oro del cinema giapponese in tanti film di Mizoguchi, Ozu e Naruse, Kinuyo Tanaka è stata la prima regista donna nipponica del dopoguerra. Il fondamentale cofanetto edito da Carlotta in Francia presenta tutti e sei film realizzati tra il 1953 e il 1962. Disponibili per la prima volta in blu-ray restaurati in 4K, Letter of Love, The Moon Has Risen, Eternal Motherhood, The Wandering Princess, The Night of Women e Mademoiselle Ogin testimoniano il genio e l’estrema audacia della loro creatrice, capace di spaziare liberamente attraverso i generi, passando dal melodramma intimo all’affresco storico, dalla commedia sentimentale al romanzo di formazione. Tra gli extra il documentario Kinuyo Tanaka: A Woman We Talk About di Pascal-Alex Vincent, capace di mettere in luce la straordinaria carriera dell’attrice-regista e la ferma volontà di imporre il proprio punto di vista sul cinema e sul mondo.

Kinuyo Tanaka box set in 6 films

KLONARIS/THOMADAKI – DOUBLE LABYRINTHE (Re:voir)

Nel 1976 Maria Klonaris e Katerina Thomadaki teorizzano, a partire dal cinema sperimentale, dalla body art e dai movimenti femministi, il “cinéma corporel”: un nuovo modo di fare cinema che rivoluziona la rappresentazione del corpo femminile. Il loro film d’esordio Double Labyrinthe, manifesto di una nuova poetica, è composto da dodici azioni rituali che vedono le registe interagire con oggetti e materiali diversi in un doppio autoritratto in cui Klonaris e Thomadaki sono filmmaker e performer allo stesso tempo, per un gioco di sguardi a due, intimo e agli antipodi del male gaze. Insieme alla loro opera più celebre anche i corti La Torture (1976/2012), Flash Passion (1970), 3. VII. 1971 (1973) e Smoking (1976/2016).

Klonaris/Thomadaki – Double Labyrinthe

BLUEBEARD’S CASTLE (BFI)

Imprescindibile restauro di un capolavoro perduto di Michael Powell, realizzato tre anni dopo L’occhio che uccide. Adattamento espressionista, nell’accezione più allucinatoria del termine, dell’opera in un atto Il castello di Barbablù di Béla Bartók, venne trasmesso per la prima volta nel 1963 dalla televisione della Germania Ovest e da allora è diventato sostanzialmente invisibile a causa dei problemi legali con la famiglia del compositore. In origine doveva trattarsi della prima parte di un dittico, seguito da un secondo film (poi abbandonato) tratto dal balletto gotico The Miraculous Mandarin, sempre di Bartók. I set lussureggianti sono stati progettati dal veterano Hein Heckroth, collaboratore chiave di Powell e Pressburger. Il restauro è ora finalmente disponibile grazie alla supervisione della vedova di Powell, Thelma Schoonmaker, e di Martin Scorsese.
Bluebeard’s Castle

WORLDS: SELECTED WORKS BY BEN RIVERS (Second Run)

Tra i più importanti filmmaker sperimentali contemporanei, Ben Rivers ha saputo condensare sin dai primissimi lavori ricerca etnografica e immaginari utopici. Alchimista della pellicola, influenzato dal cinema di genere, Rivers esplora, nei 24 corti e mediometraggi contenuti nel cofanetto, temi come eremitismo e colonialismo, spesso visti attraverso le lenti dell’horror e della science fiction. Oltre ai più recenti film brevi come The House Was Quiet (2020), Ijen/London (2022), la fondamentale trilogia composta da Slow Action (2011), Urth (2016) e Now, at Last! (2018) sviluppata assieme allo scrittore statunitense Mark von Schlegell. In accompagnamento un prezioso booklet con note del regista su ciascun film e un testo di approfondimento di Erika Balsom.

Worlds: Selected works by Ben Rivers

UNA QUESTIONE DI STILE – I CAPOLAVORI RESTAURATI DI WONG KAR-WAI (CG)

Nel deprimente panorama italiano delle uscite home-video spicca l’ottimo cofanetto distribuito da CG, realizzato grazie al progetto di crowdfunding Start Up e dedicato al regista hongkonghese di cui si presentano 6 film in versione restaurata in 4K. Dal folgorante esordio di As Tears Go By (1988), omaggio a Mean Streets di Scorsese, al successivo Days of Being Wild (1990), prima collaborazione con il direttore della fotografia australiano Christopher Doyle che ne segnerà in maniera indelebile lo stile. Non possono mancare i film della consacrazione internazionale Hong Kong Express (1994) e Fallen Angels (1996), così come il più personale Happy Together (1997) e l’acclamato In the Mood for Love (2000). Tantissimi gli extra, tra interviste, scene tagliate e cartoline da collezione. Tiratura limitata a 1000 copie numerate in rapido esaurimento.

Una questione di stile – I capolavori restaurati di Wong Kar Wai

FROM HOLLYWOOD TO HEAVEN: THE LOST AND SAVED FILMS OF THE ORMOND FAMILY (Indicator)

Per quasi mezzo secolo June, Ron e Tim Ormond, rispettivamente madre, padre e figlio originari di Nashville, hanno realizzato una serie di film fuori dagli schemi in maniera del tutto indipendente e con budget all’osso. Dal sexy esotico di Untamed Mistress (1956) al nudie-musical-gore di The Exotic Ones (1968) si sono ritagliati un posto di rispetto nel panorama dell’exploitation pura finché, sopravvissuti a un incidente aereo e in preda a fervore mistico, si sono dedicati a produrre una serie di surreali film religiosi, tra cui la trilogia in collaborazione con il predicatore battista Estus Pirkle: If Footmen Tire You What Will Horses Do? (1971), The Burning Hell (1974) e The Believer’s Heaven (1977). Cofanetto blu-ray rigorosamente limitato e numerato, contenente un volume illustrato di 100 pagine e ben tredici lungometraggi, disponibili per la prima volta. Chi li ha visti?

From Hollywood to Heaven: The Lost and Saved Films of the Ormond Family