CANNES 71:
LE NOSTRE PALME

A Festival concluso e con un palmares ufficiale meno discutibile di altre edizioni (Palma d'Oro a Shoplifters di Hirokazu Kore'da), ecco le preferenze dei collaboratori di Filmidee.

CANNES 71:
CINEFILIA MALEDETTA

Tra gli ultimi film in concorso, Un Couteau dans le coeur di Yann Gonzalez è un omaggio al cinema di genere italiano degli anni '80, mentre Ayka di Sergey Dvortsevoy guarda ai Dardenne e a Brillante Mendoza nel raccontare il calvario di una giovane rifugiata kirghisa a Mosca.

CANNES 71:
CANE DI PAGLIA

Con Dogman Matteo Garrone gioca coi generi e illumina le sfumature più irriducibili dei rapporti di forza. Colpisce il suggestivo In My Room di Ulrich Köhler in Un Certain Regard, mentre nella Quinzaine si distingue Mohamed Ben Attia con il suo Dear Son.

CANNES 71:
COLPA SENZA SCAMPO

Teret, esordio alla finzione del serbo Ognjen Glavonić presentato nella Quinzaine des Realizateurs, è tra i film più belli in programma quest'anno a Cannes. In competizione, l'atteso Under the Silver Lake di David Robert Mitchell e Rafiki di Wanuri Kahiu, primo film di sempre ad arrivare dal Kenya.

CANNES 71:
LIBERA NOS A MALO

La settima giornata di festival è monopolizzata dal ritorno, fuori concorso, di Lars Von Trier con The House That Jack Built. Ma in competizione trova plauso unanime Shoplifters di Hirokazu Kore-eda, mentre il cinese Bi Gan convince con Long Day’s Journey Into Night, in Un Certain Regard.

CANNES 71:
FELICE E PERDUTO

In concorso, conquista il terzo film di Alice Rohrwacher, fiaba sulla scomparsa della mezzadria e sulla scissione tra uomo e natura, tra collettività e individuo. Alla Quinzaine des Realizateurs arriva invece Gaspar Noé con Climax, trip alllucinogeno a suon di musica.

CANNES 71:
HARD SENSATION

In competizione è il momento di due autori che negli anni hanno saputo muoversi con abilità sul crinale che congiunge cinema del reale e finzione, Jia Zhangke e Jafar Panahi, mentre alla Semaine de la Critique viene presentato, fuori concorso, il nuovo, folgorante corto di Bertrand Mandico.

CANNES 71:
SI SALVI CHI PUÒ
L’IMMAGINE

Presentato in concorso, Le livre d'image ribadisce uno dei capisaldi concettuali propri dell'ultimo Godard: la guerra perpetua in cui viviamo è dovuta al dominio schiacciante della parola, e dunque della legge. L'unica possibilità di redenzione risiede nell'immagine.

CANNES 71:
IL SOGNO DI
DIAMANTINO

Con Zimna voïna (Cold War), Pawel Pawlikowski firma il miglior film visto finora in concorso, melodramma politico sulla Polonia stalinista nell'arco di due decenni. Ma la vera sorpresa arriva dalla Semaine della Critique con il folle Diamantino di Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt.

CANNES 71:
IMMAGINI MANCANTI

Il documentarista Stefano Savona torna nella Striscia di Gaza con La strada dei Samouni, presentato ieri alla Quinzaine des réalizateurs e arricchito dalle magnifiche animazioni di Simone Massi. In competizione, il russo Kirill Serebrennikov racconta in punk nell'URSS prossima al tracollo.