UNA STERMINATA DOMENICA
Premio speciale della giuria di Orizzonti a Venezia80, l'opera prima di Alain Parroni è il racconto di una generazione che brama l’immortalità in un mondo in cui non sembra più possibile immaginarsi un futuro. Un grido disperato nell'era dell’apocalisse digitale, dove le periferie del linguaggio contaminano il cinema d’autore.
VENEZIA 80: THE GREEN BORDER
Approcciato da migliaia di migranti, il confine boschivo tra Bielorussia e Polonia è teatro di una violenta crisi umanitaria: Agnieszka Holland lo mette in scena con un ventaglio di storie tra loro legate, innestando toni da reportage alla drammatizzazione pura.
IO CAPITANO
Premiato per la Miglior regia a Venezia80, il film di Matteo Garrone è un’opera essenziale nel racconto dei luoghi oscuri della contemporaneità. Con uno sguardo dall’alto, l’autore trova una via per il suo Pinocchio che per salvare se stesso comprenderà di dover trasformarsi in stormo.
VENEZIA 80: POOR THINGS
“Zucchero e violenza”: questo è, secondo le sue parole, il mondo di cui Bella Baxter fa esperienza nel nuovo film di Yorgos Lanthimos. Un mondo con cui l’umano deve familiarizzarsi per trovare una nuova quadra tra dualismi mai risolti: sensi e ragione, corpo e cervello, materia e spirito.
VENEZIA 80: EVIL DOES NOT EXIST / HOKAGE
Gli ultimi film di Ryūsuke Hamaguchi e Shin’ya Tsukamoto, presentati nel Concorso e in Orizzonti, sono entrambi attraversati da uno sparo misterioso: primo segno di un comune senso di collasso della realtà, che investe le storie e la forma cinematografica.
VENEZIA 80: THE CAINE MUTINY COURT-MARTIAL
Da sempre interessato al ritratto di identità instabili, con il suo ultimo film William Friedkin ha reso visibile l’ossessione originaria su cui è fondata l’autocoscienza degli Stati Uniti: quella per l’uomo solo al comando, venerato, aborrito, abbandonato, pazzo.
VENEZIA 80: L’HOMME D’ARGILE
Presentato in Orizzonti Extra, il film di Anaïs Tellenne si serve della cornice fiabesca per interrogare il rapporto tra opera d'arte e sguardo d'artista, intrecciando ad esso il racconto sorprendente di un sognatore e della sua coscienza liberata.
VENEZIA 80: LA BÊTE
Presentato in concorso, il film di Bertrand Bonello rilancia il nucleo centrale del suo cinema, la dialettica tra sessualità e perversione, innervandola di un sottotesto che si riconfigura di volta in volta nella Storia: la relazione sempre traumatica tra uomo e ambiente.
VENEZIA 80: EL CONDE
Pablo Larraín riapre la questione Pinochet deformandola in farsa: al vampirismo del dittatore si contrappone la libertà un film che pensa storicamente anche reinventando la Storia, dando immagine al sistema complesso di corresponsabilità alla base dell'orrore.
VENEZIA 80: FERRARI
La Ferrari produce per correre, ed è insomma, direbbero Freud e Cronenberg, al di là del principio di piacere: il desiderio scompare diventando macchina, facendo cioè della mancanza intorno a cui ruota il desiderio un fine in se stesso. In concorso, il nuovo atteso film di Michael Mann.
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